Le concept car più importanti mai create

Ma non è sempre stato così. C'è stato un tempo in cui questa descrizione era riservata ai progetti più all'avanguardia e fantasiosi.

Qui di seguito, esaminiamo più di otto decenni di concept car più lungimiranti e influenti che siano mai state create, ma anche con un numero di voci 10 volte superiore, possiamo solo sperare di grattare la superficie:

La Y-Job di General Motors è oggi considerata la prima concept car al mondo; non lo era, in quanto quel titolo andava alla Volvo Venus Bilo del 1933. Ma la Y-Job ha reso famoso il capo del design di GM, Harley Earl.

Innegabilmente lungimirante, la Y-Job presentava fari nascosti, finestrini elettrici e un tetto motorizzato, e definiva gli spunti generali del design delle auto americane che sarebbero emerse dopo la seconda guerra mondiale.

Per fare il bis del suo Y-Job, Harley Earl (nella foto) propose la LeSabre, che catturava perfettamente l'ottimismo dell'era del jet e del lungo boom americano del dopoguerra. Seduta un piede più in basso rispetto alle auto di serie contemporanee, la LeSabre con V8 da 335 CV era dotata di un parabrezza avvolgente, fari nascosti ed enormi codoni che hanno creato una tendenza per le Big Three americane per tutti gli anni Cinquanta.

Incorporava anche un tetto motorizzato che poteva essere attivato automaticamente in caso di pioggia. Ha anche introdotto una moda per le concept americane dell'era jet - e per le auto di serie - che sarebbe durata per oltre un decennio. Quindi si allacci le cinture per le prossime auto di questa storia:

Con il cambio automatico a pulsante, la XL-500 doveva garantire una guida senza sforzo. Il problema della boccia di pesce rosso presentato da tutto quel vetro sarebbe stato risolto dalla tecnologia emergente dell'aria condizionata di cui era dotata. L'equipaggiamento di serie comprendeva anche un telefono e prese integrate in caso di foratura.

L'America non aveva il monopolio delle concept car. La casa di design italiana Bertone produsse una serie di concept car rivoluzionarie negli anni '50, tra cui questa è forse la più sorprendente. La concept car perseguiva un'aerodinamica estrema - aveva un coefficiente di resistenza aerodinamica di appena 0,23 - e un peso ridotto per spostare il limite del possibile.

Ci riuscì; nonostante un modesto motore da 100 CV, quest'auto di 1100 kg era in grado di raggiungere una velocità massima di 193 km/h. La BAT 7 dell'anno successivo aveva un coefficiente di resistenza aerodinamica di appena 0,19.

Con il suo frontale 'ad ala volante' e la costruzione in fibra di vetro, la Wildcat II era sicuramente un'auto del futuro quando apparve nel 1953, lo stesso anno della Corvette originale. Concentrandosi sulla sezione centrale di questo concept, si può notare quanto sia simile alle prime 'Vette'.

Il briefing per questa vettura era di creare qualcosa di super-scivoloso piuttosto che ostentato. Di conseguenza, le linee pulite della Adventurer sono molto sobrie, ma i fanali posteriori ispirati al postbruciatore danno un'idea di ciò che sarebbe avvenuto nelle successive concept Chrysler.

FX stava per Future Experimental. Le lance sul frontale erano antenne che aiutavano a controllare l'auto per evitare che andasse a sbattere contro i veicoli che precedevano, e il termine 'Atmos' era tratto dall'atmosfera, che secondo Ford “derivava da un pensiero creativo libero e illimitato”. Con un tettuccio in vetro, posti a sedere per tre persone e un paio di pinne in stile aereo, questo era davvero un design da jet-age - o addirittura da space-age.

La prima delle tre concept Firebird di General Motors, era caratterizzata da un sistema di controllo a un solo pulsante che eliminava il volante, l'acceleratore e il freno. Poiché si trovava al centro dell'auto, poteva essere azionato sia dal conducente che dal passeggero; l'alimentazione proveniva da una turbina a gas che poteva essere utilizzata per alimentare una casa tramite un generatore incorporato. E guardi un po'...

Non si vorrebbe mai dover montare un nuovo parabrezza su questa bellezza, poiché si estendeva lungo tutto il perimetro dell'auto da dietro ogni porta. Per entrare e uscire, l'intero veicolo si inclinava come un tettuccio. L'abitacolo era climatizzato e l'alimentazione proveniva da una turbina a gas montata posteriormente.

Conosciuta soprattutto per il suo ruolo di protagonista nella serie TV originale di Batman, la Futura merita un posto in questa storia per il suo aspetto che non ha nulla da invidiare a nessun altro, grazie alle sue cupole gemelle in plexiglass e alle pinne anteriori e posteriori. Ford spese 250.000 dollari (circa 3 milioni di euro al giorno d'oggi) per costruire questo concept da corsa con motore V8 da 300 CV, dotato anche di un cambio automatico a pulsante.

La parte posteriore di questa vettura era chiaramente ispirata a un jet da combattimento, con tutte le linee che convergevano in un unico punto. Questo punto merita una menzione speciale, perché al posto degli specchietti retrovisori c'era una telecamera nella coda che trasmetteva le immagini a uno schermo TV sul cruscotto - una tecnologia che solo ora si sta facendo strada nelle auto di serie. L'intera parte superiore dell'auto era in vetro, con solo alcuni sottili montanti per favorire la rigidità.

GM era alla ricerca di un seguito alla Firebird 1 (nella foto a sinistra). Costruita in titanio, la Firebird II (al centro) era stata progettata per circolare su strade guidate - quindi era una sorta di precursore delle auto autonome di oggi.

Due anni dopo, GM la seguì con la Firebird III (a destra). Questa volta Harley Earl (nella foto) ha cercato di spostare l'ispirazione dagli aerei a reazione ai razzi spaziali. Per questo motivo era ancora più estrema dei suoi predecessori e presentava una guida automatica, una turbina da 225 CV, il controllo del clima e l'illuminazione automatica. Fu l'ultima auto di Earl - andò in pensione lo stesso anno, dopo 30 anni straordinari di gestione delle operazioni di design di GM, un periodo in cui l'azienda arrivò a dominare il mondo automobilistico americano e a diventare la più grande azienda del mondo.

Con gran parte del resto del mondo industrializzato che si concentrava sulla ricostruzione delle città distrutte dalla guerra, nessuno riusciva a tenere il passo degli americani negli anni '50, con la comparsa di un concetto futuristico dopo l'altro. La Golden Rocket sprigionava una potenza di 275 CV dal suo V8 da 3,2 litri e ci ha fatto conoscere la regolazione del piantone dello sterzo.

Il suo pezzo forte, però, erano i sedili che si alzavano e ruotavano verso l'esterno quando si aprivano le portiere. Tutte queste caratteristiche sono state introdotte nelle auto di serie poco dopo. Una caratteristica che non è stata introdotta sono i pannelli del tetto che si incernierano verso l'alto per facilitare l'ingresso e l'uscita.

La X-1000 fu progettata da Alex Tremulis in modo che il motore potesse essere montato sia nel muso che nella coda. Il lussuoso abitacolo era dotato di una TV e di un sistema hi-fi, mentre i due sedili erano dotati di un tettuccio retrattile, che consentiva di guidare l'auto come una cabriolet o una coupé con tetto a bolla.

Effettivamente una Corvette rielaborata, la XP-700 presentava un design distintivo del muso e un tettuccio a bolla che aveva un'atmosfera spaziale. Come puro studio di design, la XP-700 ha anche abbandonato lo specchietto retrovisore convenzionale e ha invece un periscopio per una visione senza ostacoli della strada retrostante.

Cadillac ha dovuto guardare mentre i suoi cugini aziendali ottenevano tutta la gloria delle concept car, ma nel 1959 anche lei si è unita alla grande festa futuristica con la sua Cyclone. Quei coni neri sul muso erano dotati di radar per aiutare il conducente della Cyclone a evitare qualsiasi ostacolo, un precursore di quello che oggi conosciamo come cruise control adattivo. L'abitacolo, nel frattempo, era protetto da un tettuccio in plastica in un unico pezzo, rivestito di argento vaporizzato per deviare i raggi solari.

La Turboflite era certamente un'auto innovativa, ma non era priva di difetti. La turbina rigenerativa della Turboflite pesava la metà di un equivalente motore a combustione interna V8. Non appena si apriva una delle porte, il tettuccio di vetro si sollevava elettricamente e un freno ad aria si attivava non appena si applicava il freno idraulico, nel tentativo di aiutare il sistema frenante meccanico. Oggi, i freni ad aria sono estremamente rari - una delle poche ad averli è la McLaren 675LT.

Affascinante nella sua semplicità, la Runabout era una city car a tre ruote con l'aerodinamica di una freccia. Nel bagagliaio c'erano due carrelli della spesa integrati per poter fare il pieno di birra a buon mercato. All'interno c'erano cinque posti a sedere, due davanti e tre dietro. Le auto per lo shopping non hanno ancora questo aspetto, purtroppo.

Pochi concept degli anni Sessanta erano così vetrati come questo; la Marzal presentava 48,4 metri quadrati di questa sostanza, ma sfruttava la meraviglia relativamente nuova dell'aria condizionata per garantire che non sarebbe stato un problema nei climi caldi. Progettata da Bertone e chiaramente riconducibile alla Lamborghini Espada, la Marzal era caratterizzata da un'abbondanza di esagoni nel suo design. La potenza proveniva da metà di un V12 Lamborghini; un'unità a sei cilindri da 175 CV montata sull'asse posteriore.

Firmata da Marcello Gandini, la Carabo (in italiano Maggiolino) si basava sull'Alfa Romeo Tipo 33 con motore centrale V8. Si trattava essenzialmente di una Lamborghini Miura aggiornata, un altro progetto di Gandini. La Lambo soffriva di sollevamento del frontale in velocità, quindi quest'auto risolse il problema. Inoltre, introdusse nel mondo le porte ad ali di scarabeo, successivamente introdotte nella produzione della Countach.

Noi la chiamiamo concept car, anche se Mercedes la definirebbe un veicolo di ricerca. Presentata per la prima volta nel 1969, questa meraviglia ad ali di gabbiano montava un motore Wankel a tre rotori da 280 CV. Nel 1970 fu presentata una vettura rinnovata con un propulsore a quattro rotori, poi nel 1978 emerse una vettura completamente nuova, con alimentazione diesel, come nella foto.

Estremamente aerodinamica, come diesel ha battuto un record di velocità per quel carburante di 322 km/h nel 1978, e un anno dopo con un V8 a benzina da 4,8 litri ha raggiunto la straordinaria velocità media sul giro di 404 km/h. In totale sono state prodotte 16 auto.

Progettata originariamente come Firebird IV nel 1964, questa vettura ad alte prestazioni era stata concepita come un'auto autonoma con tutti i comfort di un salotto. Per questo motivo, i sedili potevano essere reclinati e girevoli, c'erano una TV e un tavolo estraibile e persino un frigorifero incorporato. Guardando la foto, è difficile capire come abbiano fatto a inserire tutto questo; deve essere stato molto accogliente all'interno...

Ma era certamente molto all'avanguardia: molte concept car di oggi guardano all'idea di uno spazio abitativo su ruote, dato che l'autonomia cambia il modo di concepire il trasporto personale, ma 50 anni fa l'idea doveva sembrare ultraterrena.

Gli anni Settanta sono stati il decennio del cuneo e questo è stato uno dei concetti più cuneiformi mai creati. Era anche uno dei più bassi, con soli 0,83 metri. Un'altra creazione di Marcello Gandini, la Stratos Zero montava un V4 da 1,6 litri da 115 CV della Lancia Fulvia, quindi era più lenta di quanto sembrasse. Ma inaugurò un tema di design che avrebbe dominato il design delle supercar per i successivi 15 anni circa.

Riprendendo i temi stilistici stabiliti dalla Carabo e dalla Stratos Zero, la Boomerang dimostrò come un'auto cuneiforme potesse essere confezionata per l'uso nel mondo reale. Ha portato direttamente a vetture come la Lotus Esprit e la DeLorean DMC-12. La trasmissione V8 da 4,7 litri fu presa in prestito dalla Maserati Bora.

Nell'arco di sei anni, Ford ideò una serie di cinque concept che mettevano alla prova l'aerodinamica. Alcuni erano più stimolanti di altri; la terza iterazione portò direttamente all'introduzione del 'jellymould' Sierra, mentre la Probe V del 1985 (nella foto) sembra ancora ultramoderna, con il suo coefficiente di resistenza aerodinamica di appena 0,137 - lo stesso di un jet da combattimento F-16.

Rivisitando la formula delle microcar degli anni '50, la Cockpit poteva ospitare due persone in tandem ed era stata progettata come auto economica per le strade urbane. Piccola, facile da parcheggiare e ultra-frugale, la potenza proveniva da un motore motociclistico monocilindrico da 200 cc che raggiungeva un picco di 12 CV e che era in grado di garantire 75 mp in città. Uno sguardo al futuro della mobilità personale.

Forse aveva un aspetto strano, ma la Capsula ha davvero superato i limiti quando si trattava di imballaggi. Si trattava di una vettura che poteva essere un'auto, un furgone o qualsiasi altro tipo di veicolo, semplicemente inserendo una carrozzeria diversa sul telaio che conteneva il motore boxer Alfasud e l'equipaggiamento.

British Leyland/Austin Rover/MG Rover, perennemente in bancarotta, raramente creava concept car costose, ma questa E-XE dimostrava che potevano farcela quando ci provavano. Influenza chiaramente la vettura sportiva MGF, arrivata un decennio dopo la prima apparizione della E-XE, completa di cambio Metro 6R4. Riteniamo che ancora oggi sia bellissima, non male per una concept degli anni Ottanta che ha 34 anni.

La corsa all'esplorazione di carburanti alternativi per il trasporto personale dura da molto tempo, e nel 1987 GM inviò questa macchina straordinaria in una corsa di 3100 km attraverso l'Australia, alimentata solo dal sole. Con un peso di soli 177 kg e dotata di 7200 celle solari, la Sunraycer poteva ospitare solo una persona, quindi non era estremamente pratica, ma era un tour de force tecnico all'avanguardia, con la sua struttura leggera, la frenata rigenerativa e un motore elettrico delle dimensioni di una lattina di bibita.

Ha vinto la gara con un ampio margine. Aveva un coefficiente di resistenza aerodinamica di appena 0,125 Cd e poteva raggiungere i 109 km/h; aveva una media di 68 km/h durante la gara e ha guidato da Darwin ad Adelaide in poco più di cinque giorni - 2 giorni più velocemente del concorrente successivo. Oggi è esposta al National Museum of American History di Washington.

GM ha presentato il suo primo concept di CERV (Chevrolet Engineering Research Vehicle) nel 1962 e l'ha seguito due anni dopo. La terza iterazione era una bestia molto diversa e, sebbene fosse bella da vedere, era l'ingegneria che la distingueva.

La raison d'etre dell'auto era quella di poter essere guidata a velocità massicce - 320 km/h - senza la necessità di abilità sovrumane, anche se guidata su superfici difficili o scivolose. Il suo linguaggio di design è chiaramente visibile nella Corvette C5, arrivata nel 1997.

Le auto più piccole sono spesso le più innovative, e così è stato in questo caso con un concept visto per la prima volta nel 1991 e poi ripensato per il 1993. Mentre la prima iterazione prevedeva solo la propulsione elettrica, una riprogettazione due anni dopo portò alla progettazione di tre propulsori: benzina, elettrico e ibrido benzina-elettrico, e una carrozzeria in alluminio leggero per ridurre il peso.

Questo concept è stato importante perché ha mostrato al mondo come poteva essere una piccola BMW, in un momento in cui l'azienda, come i suoi principali rivali tedeschi, era associata alle berline convenzionali. Si dice che quest'auto sarebbe potuta entrare in produzione se l'azienda non avesse invece acquistato Rover, concludendo che avrebbe potuto occuparsi delle auto piccole di BMW; non è finita bene, ma BMW ha almeno ricavato Mini dalla sua disavventura, che da allora ha portato la bandiera delle auto piccole per l'azienda. Finalmente, con la prima Serie 1 del 2004, abbiamo avuto un'auto piccola con il marchio BMW.

Quando la Volvo S80 di prima generazione uscì di produzione nel 2006, non sembrava particolarmente datata - eppure scimmiottava la ECC (Environmental Concept Car) che era stata vista per la prima volta nel 1992. Progettata per salvare il pianeta durante l'uso e i suoi occupanti in caso di incidente, l'ECC era leggera, scivolosa, forte e frugale; l'energia motrice era fornita da una turbina a gas combinata con un motore elettrico.

Per essere un'auto^{del 21°} secolo, la Dodge ESX3 potrebbe non sembrare all'avanguardia, ma sotto quella pelle sobria c'era qualcosa di piuttosto interessante: un propulsore ibrido diesel-elettrico. Honda e Toyota non avevano ancora presentato le loro Insight e Prius rispettivamente, ma già nel 1996 Dodge aveva mostrato il suo primo concept ibrido ESX - con il seguito nel 1998.

Jaguar ha fatto un lavoro davvero magnifico con la F-Type di serie, arrivata nel 2013. Ma questo è l'aspetto che avrebbe potuto avere la F-Type; questo concept di speedster ha fatto il suo debutto al Salone dell'Automobile di Detroit nel 2000 e sembrava assolutamente sensazionale, anche se non esattamente pronto per la produzione, con la sua mancanza di equipaggiamento per il clima e una quasi totale mancanza di praticità.

Tuttavia, l'allora proprietario di Jaguar, Ford, decise di spendere i suoi soldi in una campagna di Formula Uno poco brillante, per cui l'idea della F-Type fu accantonata per un altro decennio o giù di lì. Il concept del 2000 è ora esposto al British Motor Museum di Gaydon.

All'inizio del^XXI secolo, BMW è stata molto criticata grazie al capo del design Chris Bangle e alle sue idee stilistiche radicali. Una delle più ovvie era la 'superficie a fiamma' che giocava con la luce lungo i fianchi dell'auto.

La X Coupé presentava anche fari orientabili, diretti dal GPS e un motore diesel da 3.0 litri, una forma di propulsione quasi inedita per una coupé sportiva. Controversi o meno, i temi di Bangle sono stati certamente influenti e lo hanno reso uno dei designer di automobili più famosi al mondo.

GM ha proposto alcuni concetti stravaganti nel corso degli anni, ma pochi sono in grado di superare la Cadillac Sixteen, con il suo V16 da 13,6 litri che si diceva avesse una potenza di 1000 cavalli. Niente di simile sarebbe mai entrato in produzione, ma ha introdotto un nuovo linguaggio di design per Cadillac che è ancora attuale; dia un'occhiata a un Escalade 2019 se non ci crede.

Un giorno tutte le auto saranno così. Grazie al controllo di tutto tramite la tecnologia drive-by-wire, non c'erano collegamenti meccanici nell'abitacolo, che poteva essere completamente aperto. La tecnologia delle celle a combustibile era tutta racchiusa nel telaio a sandwich; il motore trifase forniva 126 CV quando funzionava ininterrottamente, ma era possibile richiamare 173 CV per brevi periodi.

Le concept car di solito guardano avanti, non indietro. Ma la Holden Efijy del ramo australiano di GM aveva un aspetto così favoloso che non aveva molta importanza. Omaggio alla leggendaria FJ degli anni '50 (da cui il nome), la Efijy era basata su una Corvette C6 e utilizzava il V8 LS2 da 6,0 litri sovralimentato di quell'auto.

Ha portato direttamente all'introduzione della i8, ma la BMW Vision EfficientDynamics è molto di più. È stata la pioniera di un nuovo tipo di auto ad alte prestazioni, che mescolava materiali leggeri ad alta tecnologia con un propulsore ibrido - e la parte migliore è che ora, se le sue tasche sono abbastanza profonde, può acquistarne una con la BMW i8. BMW stava affermando a gran voce che se il futuro era elettrico, poteva anche essere affascinante.

Dovrà cercare a lungo per trovare una concept car così bella come questa. Presentata per la prima volta al Salone dell'Automobile di Parigi del 2010, la Renault Dezir era una concept puramente elettrica che offriva uno sguardo su un futuro ecologico in cui si potevano avere bellezza e cervello in un unico pacchetto compatto. Nove anni dopo, la Dezir è ancora splendida.

Eravamo così vicini a vedere questa splendida supercar ibrida da 778 CV entrare in produzione, ma alla fine il caso commerciale non ha funzionato. Costruita in collaborazione con Williams Advanced Engineering, il piano prevedeva la costruzione di 250 esemplari a circa 1,1 milioni di euro l'uno, ma non è stato così - anche se un cattivo ne ha guidata una nel film Spectre, inseguendo James Bond con la sua Aston Martin DB10 per le strade di Roma.

Quando il suo progettista Ian Callum si è ritirato da Jaguar nel giugno 2019, uno dei suoi più grandi rimpianti è stato che quest'auto non sia stata prodotta.

Lanciata per celebrare il suo centenario, BMW ha tirato fuori tutte le sue carte con questa vettura. La Next 100 a guida autonoma è stata pioniera di nuove tecniche di progettazione e costruzione, che hanno incorporato strutture in fibra di carbonio per garantire leggerezza e resistenza. Era anche super-scivolosa, con un coefficiente di resistenza aerodinamica di appena 0,18 Cd.

Finora, il marchio DS ci ha portato soprattutto Citroën riscaldate, ma questa concept elettrica che ha fatto il suo debutto al Salone dell'Auto di Ginevra nel 2016 ha mostrato le capacità del marchio PSA. Con uno stile simile a quello di una supercar a motore centrale, la coupé di lusso da 400 CV è stata per molti l'auto dello show - è un peccato che non ci siano piani per la produzione.

Guardi attentamente questo concept, perché è probabile che vedrà molto della versione di produzione. Questo concept è stato presentato al Salone dell'Auto di Parigi e anticipa una gamma di piccole auto completamente elettriche di Volkswagen. Fin qui, tutto poco radicale.

La differenza è che l'auto promette un'autonomia fino a 550 km e un prezzo di vendita contenuto. È stata messa in vendita nel 2020 e ora è una delle auto elettriche più vendute al mondo.

Riconosciamo ad Aston Martin il modo in cui quest'auto reimmagina il trasporto personale. Invece di un'auto, cerca di offrire un'esperienza di viaggio simile a quella di un jet privato, trasportando i suoi benestanti occupanti da un luogo all'altro in silenzio, incuranti del mondo esterno e della sua occasionale stanchezza.

L 'alimentazione completamente elettrica prometteva un'autonomia di 640 km; purtroppo, la nuova dirigenza di Aston ha cancellato i piani di produzione.